Non mi è mai interessata la tradizione cattolica, se non dal punto di vista discorsivo e dell’esercizio di ragionamento.
Mi piace parlarne in modo critico con i docenti di religione, laureati in teologia.
La mia famiglia non mi ha mai spinto a credere, e se ho frequentato, sporaricamente, i giovani della parrocchia, è stato solo per conoscere coetanei.
Ho spmesso di frequentarli quando hanno censurato una mia domanda su Carlo Marx. Avrei accettato qualsiasi risposta, esclusa la censura.
Comunque, io non sono di sinistra, Marx lo stavamo semplicemente studiando.
Poi, grazie a…dio?, ho iniziato a studiare filosofia, e la mia idea si è affinata.
Ho avuto sempre un interesse per il buddhismo e le religioni orientali, maturata anche grazie a un vecchio dossier di una rivista di mia madre.
Quando, al liceo, il prof ci parlò dell’agnosticismo, lo trovai un abito consono per me.
Le bestemmie, invece, ho iniziato a dirle presto, spesso senza nessuno presente, e quindi escludo che sia uno strumento per provocare gli altri.
Passo da una visione di ateismo e materialismo totale, ad una visione possibilista, ma di disinteresse nell’indagare quale sia la “verità”, a una posizione di “deismo” (qualcosa esiste, ma quel qualcosa se ne frega di noi).
Potrei “praticare” una religione? Forse, ma odio la ripetitività, gli “obblighi”, stare ore in piedi facendo conti alla rovescia ascoltando cose già ascoltate, e soprattutto non voglio mai più invischiarmi in una religione sessuofoba.
Comunque, ho sentito recentemente parlare dei pastafariani. Forse loro sarebbero una soluzione adeguata, anche se sembra più politica/polemica che pratica religiosa.