La mia cultura musicale è cresciuta dopo il mio trasferimento a Milano. Ho iniziato a frequentare alcune chat di musica.
Ciò non è successo perché in Sicilia, o nel mio paesino, mancassero gli stimoli: tanti ragazzi suonavano, e altri ascoltavano metal (e con molti sono ora in contatto), ma ero io, in quegli anni, a provare disinteresse verso il tema.

Durante il liceo, invece, provavo un misto di fastidio e di interesse per la musica alternativa. Mi affascinava quando la ascoltavo su “the box“, programma di una tv locale che vedevo la sera e la mattina nella tv della mia stanza, ma dall’altro lato mi turbava (in particolare, Marilyn Manson).
Alcuni gruppi li conoscevo solo di nome, come i Pearl Jam, i Doors, o i Pink Floyd, ma mi stavano antipatici perché mi stava antipatico chi me ne parlava, di solito, studenti svogliati o bulli.
Inoltre, altri gruppi mi piacevano ma non li conoscevo se non dal suono delle loro canzoni: le Hole, da una pubblicità, il Placebo, dalla sigla di un gioco per Playstation, i Cannibal Corpse, da un cameo in Ace Ventura.

Poi, grazie non tanto al trasferimento a Milano, ma allo sviluppo di internet, di MSN, della musica libera, ho potuto conoscere gruppi rock e metal, e appassionarmene.
Ho prima scoperto l’epic e il power metal, poi in seguito ho esplorato il classic metal e il prog, e infine l’hard rock, il glam, lo street metal, l’hair metal.
Tramite la mia esperienza di bassista, ho “dovuto/potuto” conoscere brani, autori e generi, alcuni molto lontani dal mio gusto, altri invece davvero interessanti (classic rock, southern rock, blues). Questa esperienza ha colmato le mie lacune, anche se il concetto di “lacuna” non ha senso, perché non c’è un preciso “ordine” con cui apprendere le cose o i generi musicali, nè cronologico, nè tanto meno di contingenza tra i generi.