Su Genea, sul cyber bullismo e sul machismo di alcuni metallari

Da alcuni mesi sono nel mirino di una tizia di nome Genea che scorrazza su Splinder, una modella “suicide girl” e fumettista gothic, nonchè scrittrice di racconti erotici splatter “obeso-fobici”.
L’ho scoperto per puro caso, poiché il mio counter presentava tante visite provenienti dal suo blog “geneastgenea”.
In pratica, preleva i post di questo blog e le pagine di questo sito e commenta, paragrafo per paragrafo, le narrazioni che faccio sulla mia vita quotidiana o storia, le considerazioni che faccio su questioni di attualità, musica e cultura.
Nei suoi commenti, che inserisce tra un paragrafo e l’altro, usa riferimenti splatter bestemmie.

Su Genea, sul cyber bullismo e sul machismo di alcuni metallari

L’obiettivo del post è descrivermi come persona “non realmente metallara” (ammesso che mi interessi davvero un riconoscimento in materia, e ammesso che io condivida quel lifestyle, spesso basato sul machismo), di aspetto non “sexy” rispetto al desiderio dell’uomo etero, e non preparata sul black e sul death metal (ma ascolto principalmente hard rock e progressive).
I suoi post sono seguiti da una sfilza di commenti di pecoroni della provincia romana, diplomati a fatica in qualche istituto ITIS o Ipsia di periferia, carichi di livore verso i piccolo-borghesi o chi ha potuto/voluto studiare, e che sfogano il loro disagio su chi, in rete, si espone (conosco bene la tipologia, visto che aiuto i figli adolescenti dei vicini di casa nelle materie in cui hanno difficoltà, con la differenza che loro mi sono grati).

Oltre al mio sito e al mio aspetto fisico (stanno postando delle foto mie in cui suono con la band, prese dal sito del gruppo), prendono in giro i miei amici “nerd e secchioni”, usando anche in quel caso fattori legati all’aspetto fisico (i dentoni, i brufoli, gli occhiali), dimostrando che, anche se fanno tanto gli alternativi e i ribelli al sistema, tutto ricade sull’estetica della persona.

Attaccate, addirittura, anche le “pose” delle foto fatte per la band, che chiaramente sono pose pensate apposta per quel contesto (anche gli altri della band fanno espressioni che in altri contesti sarebbero considerate ridicole).

Quello che temo faccia Genea e le sue amiche (Rogue Röntgen, ad esempio), è una competizione “tutta al femminile” tra quelle poche donne interessate al metal e come devono contendersi la popolazione maschile metallara, che abbonda (e viene considerata, di solito, un ripiego per la ragazza media) e deve riversarsi sulle pochissime donzelle interessate al tema, per realizzare il triste sogno di stare con una persona che sia contemporaneamente una pupa mediamente sexy, ma anche un migliore amico con cui ruttare e bestemmiare sul divano mentre si gioca a Guitar Hero.

Anche i post del blog non incentrati su di me sono “corredati” da bestemmie e foto di gabinetti pieni di cacca, seguiti da mille commenti entusiasti di maschioni capelluti di borgata.
Non so che senso abbia questo blog, ma il suo successo di pubblico (più quantitativo che qualitativo) invita a riflettere:
– è questo l’heavy metal? La risposta musicale a un disagio giovanile? La colonna sonora di vite spezzate, di carriere scolastiche interrotte? Della difficoltà a “farsela dare” dalle ragazze?
– le persone poco inserite socialmente trovano una risposta nel praticare cyberbullismo?
– la “bad girl”, irrispettosa, violenta contro le altre donne e i “diversi” (obesi, gay, occhialuti e disabili) diventa, nel mondo metal, un’icona sexy?

Non voglio sprecare altre parole su GeneaStGenea e il suo seguito di amici cyberbulli.

Credo che sia opportuno fare dei progetti contro il cyberbullismo per proteggere le persone che, diversamente da me, potrebbero non avere gli strumenti per reagire a questi casi mediatici in cui si viene presi di mira e ci si ritrova uno contro dozzine di persone aggressive, protette dall’anonimato e pronte a dire qualsiasi cosa senza nulla da perdere.

 

 

Su Genea, sul cyber bullismo e sul machismo di alcuni metallari

You May Also Like